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martedì 01 luglio 2025
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Laigueglia: bilancio e foto del Percfest 2025. Luci oltre la pioggia
Scritto da Adriano Ghirardo   
venerdì 27 giugno 2025
LAIGUEGLIA - La ventinovesima edizione del Percfest di Laigueglia ha riproposto quella giusta miscela tra nuove proposte e gradite conferme che caratterizza la programmazione di una rassegna di cui, quest’anno, ho potuto seguire solamente i concerti del 20 e 21 giugno. 

BABANAI' E DAVID HELBOCK

La serata di venerdì è stata aperta da Babanaì, progetto etnico composto da Barbara Casini (voce, chitarra e percussioni), Barbara Piperno (flauto, voce e percussioni) e Anais Drago (violino, voce e percussioni). Se la predilezione della Casini per la musica latina è nota (la collaborazione col compianto Naco nel gruppo Outro Lado e non solo) stupisce la versatilità di Anais, un folletto che vive con grande trasporto la musica passando senza sosta da atmosfere pacate a ritmi travolgenti. Il flauto della Piperno, esperta di choro e di musiche del mondo, aggiunge pathos ad un gruppo che, oltre all’interplay musicale, trasmette gioia nella condivisione di un repertorio che alterna classici brasiliani a composizioni originali tra cui spicca il toccante “L’angelo” scritto e cantato dalla Casini. 
La seconda parte del programma ha visto l’esibizione di Random/Control del pianista austriaco David Helbock che si avvale della collaborazione della cantante tedesca Fola Dada. Dimenticate l’idea di un musicista mitteleuropeo rinchiuso in un jazz malinconico perché la musica di Helbock è qualcosa di ben lontano dagli stereotipi. La vera sorpresa del gruppo è rappresentata dal polistrumentismo di Johannes Bar che, tra batteria, beatbox, tuba, tromba e didjeridoo, fa da sezione ritmica e vera anima dell’ensemble. Quindici anni di collaborazione, tre dischi e centinaia di concerti consentono al quartetto di muoversi agevolmente fra le numerose direzioni musicali del progetto: la poesia, passione del leader, innerva le composizioni con citazioni di Dickinson, Blake e altri mentre al jazz si unisce un uso intelligente dell’elettronica e la rivisitazione di classici del pop quali “Like a prayer” di Madonna e “1999” di Prince. Andreas Broger alle ance rappresenta l’altra “voce” solista di un gruppo che fa della versatilità e dell’alternanza tra improvvisazione e pianificazione (la dicotomia Random/Control evocata nel nome del progetto) una cifra stilistica distintiva. 

CLAUDE DJALLO E L'OMAGGIO A BIRD

Nei festival estivi il contrattempo meteorologico è sempre in agguato e sabato, effettivamente, l’allerta meteo sembrava in grado di cancellare le esibizioni previste. Il trio del pianista svizzero Claude Djallo, completato da Luques Curtis al contrabbasso e Tupac Mantilla alla batteria, ha provato a combattere con le intemperie resistendo per quattro brani di fronte ad un pubblico stoico munito di ombrelli e speranze. La consacrazione e i meritati applausi sono arrivati copiosi, però, nei due brani successivi eseguiti nel locale adiacente, normalmente adibito alle jam di fine serata, e scelto dal direttore artistico Bonaccorso come rifugio per la prosecuzione del programma. 
L’atmosfera intima del club ha giovato all’omaggio a Charlie Parker (nel settantesimo della sua scomparsa fisica) proposto da Francesco Cafiso, Alessandro Presti, Dado Moroni, il succitato Bonaccorso e Hamid Drake. Le note dei classici del be bop (“Ornithology”, “Donna Lee”, “A night in Tunisia”) risuonavano tra i tavolini dell’Alibi con quel mix di arte e consumazione di alcolici che ha accompagnato le prime decadi di storia del jazz, prima che la musica afroamericana ottenesse il meritato riconoscimento artistico. Oggi che lo status del jazz lo ha portato a riempire teatri ed essere studiato nei templi sacri dei Conservatori non va dimenticata l’atmosfera del club e questo concerto ha chiuso con lo spirito giusto la mia personale rassegna. 

Appuntamento al trentennale sperando, come richiesto dal palco da Bonaccorso, di poter tornare ad illuminare una settimana intera con le luci del jazz. “Bird still flies… and jazz too”.

(19 fotografie di Umberto Germinale della Phocus Agency alle pagine 149 e 150 della Galleria immagini)